




Torna a proporre nel panorama teatrale monzese un nuovo spettacolo l'Associazione Culturale Libertamente. Questa volta si parla di una prima assoluta: "Stravaganza" di Dacia Maraini Regia di Luca Napodano.
Così, dopo il successo di "La Follia: l'indefinito ai confini dell'anima" ed "Oltre, storie di follia e libertà"...ecco dunque l'associazione proporre l'ultimo spettacolo della Trilogia della Follia. L'evento fra l'altro fa parte della XXIV Rassegna delle Compagnie Teatrali Monzesi e andrà in scena sabato 13 maggio alle ore 21,00 presso il Teatro Binario 7.
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In occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, gli attori dell'associazione culturale Libertamente hanno recitato drammatici frammenti di testi letterari, attraverso un intenso reading che ha avuto un filo conduttore "rosso". La sala comunale di Vedano al Lambro non ha ospitato solo i teatranti, ma anche la mostra di un giovane artista laureato allo IED di Milano, Andrea Casati. "Il re delle bambole": diciotto tavole illustrate create grazie all'integrazione di tecniche di disegno a mano libera e digitale. Un racconto dark fantasy ricco di citazioni che oscillano tra il sacro e il profano, tra il biblico e il satanico. Una storia che da una parte rappresenta l'afflizione e il dolore delle giovani protagoniste trasformate in bambole e dall'altra la speranza di liberarsi dal giogo di una condizione di debolezza e il desiderio di una rinascita, come infatti illustra la tavola conclusiva. La cruda inquietudine dell'immedesimazione in tutte le donne maltrattate, umiliate e massacrate e la dolce metafora della "bambola" si concretizzano visivamente in piacevole schiaffo agli occhi.


"La virtù non si può innestare nel nostro vecchio ceppo fino a tal punto che questo dimentichi le sue inclinazioni" (Amleto).
L'amore può portare alla follia?
Vieni a scoprirlo Sabato 20 FEBBRAIO, al Teatro Villoresi di Monza, ore 21.00, con lo spettacolo OLTRE: Storie di Follia e Libertà.
"La definizione di normale recita: Conforme alla norma, quindi consueto, ordinario, regolare". Questo è di fatto l'ambito in cui si svolge comunemente la nostra vita o che perlomeno si ritiene appropriato.
Ma cosa c'è oltre alla normalità? Siamo sicuri che il concetto di normalità sia sempre positivo? Le grandi scoperte, le invenzioni, le opere d'arte sono nate spesso uscendo dai binari del consueto modo di pensare o di percepire. La normalità, le nostre abitudini, le nostre convinzioni ci permettono davvero di essere liberi? E qual è il confine oltre il quale la normalità può diventare patologia, alienazione e totale scostamento dalla realtà?
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Ottima partenza della rassegna dedicata ad Annamaria Caso, scomparsa 
            prematuramente lo scorso anno a 54 anni, organizzata dalla sua compagnia 
            teatrale, "Gli Anonimi" di Vimodrone, all'Auditorium San 
            Remigio.
            Il primo spettacolo, "Le Cognate", di Michel Tremblay, ha 
            registrato sabato sera il tutto esaurito. Sul palco, i 15 attori della 
            compagnia teatrale Libertamente di Monza, per la regia di Raffaella 
            Di Franco. Tratto dal capolavoro del teatro canadese, la pièce 
            in due atti, comica e a tratti drammatica, è una graffiante 
            satira del consumismo che mostra come un improvviso benessere della 
            padrona di casa, causato dalla vincita di un milione di punti, possa 
            far emergere e scatenare invidie, gelosie e desideri.
            La geniale impostazione scenica studiata dalla Di Franco, ha portato 
            gli spettatori del San Remigio a vivere in prima persona le storie 
            esilaranti di 14 donne, a tratti frustrate, in un crescendo di episodi 
            corali e coreografici e momenti di intimità. La commedia ed 
            il gran finale hanno catturato il pubblico con risate e commozione 
            intensa.
ATTORI LIBERTAMENTE: Monia Cacciero, Tania Cacciero, Gabriele Cristini, Gilda Falsetto, Stefania Fumagalli, Marco Maggioni, Alice Maniglio, Adele Miele, Brigida Palmieri, Diana Pizzardi, Raffaella Radaelli, Cristina Rovitto, Elena Sciumbata, Antonio Simonetta, Stefania Verduci.

Libertamente porta in scena "Oltre. Storie di follia e libertà", 
            il secondo capitolo de "La Trilogia della Follia" di Luca 
            Napodano, dopo "Follia: l'indefinito ai confini dell'animo", 
            che aveva debuttato a novembre 2015.
            Il nuovo spettacolo verrà presentato sabato 20 febbraio alle 
            ore 21.00 presso il Teatro Villoresi di Monza, nell'ambito della 
            Rassegna delle Compagnie Teatrali Monzesi: sul palco si alterneranno 
            le storie di 8 personaggi molto diversi tra loro, letterari (Amleto, 
            Don Chisciotte) e reali (Edgar Allan Poe), antichi e contemporanei. 
            Filo conduttore delle narrazioni è il viaggio oltre la normalità: 
            si parte dalla considerazione, infatti, che tutte le più grandi 
            scoperte e invenzioni siano nate uscendo dai binari del consueto modo 
            di pensar
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Follia, questa sconosciuta.
Abbiamo sentito tanto parlare di follia, si è tentato di descriverla, di capirla, di catalogarla…ma resta sempre un mondo misterioso ed alquanto affascinante.
La follia si può manifestare in tanti modi: alienazione mentale, mal d'amore, insofferenza per le regole, anelito di libertà e da sempre gli artisti hanno cercato di raccontarla attraverso le loro opere.
Domenica 31 gennaio 2016 si terrà uno spettacolo alle ore 15 e 15.45 presso i Musei civici di Monza per conoscere la follia: uno spettacolo di poesie e musica per dare voce ad un linguaggio diverso dal quotidiano, un linguaggio sorprendentemente poetico.
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Il 13 Novembre 2015, l’Associazione Culturale Libertamente ha portato in scena Le cognate (testo di Michel Tremblay) con l’originale e frizzante regia di Raffaella Di Franco. La mise en scène ha catapultato il pubblico indietro nel tempo alla fine degli anni Sessanta, con un’accurata attenzione ai costumi vintage ed ad un’atmosfera del tutto retrò. Quindici personaggi, quasi sempre sul palco, recitano la storia di un gruppo di sorelle, cognate e amiche invitate nella casa di Germaine per attaccare il milione di punti che ha vinto grazie ad un concorso. Il consumismo esasperato e la subordinazione della donna al mero ruolo di casalinga e moglie non rispettata sono i temi centrali, temi celati da un velo di ironia e sarcasmo che trapela dai dialoghi e dalle espressioni degli attori. La storia non è stata rappresentata linearmente, piccoli break musicali interrompono il corso degli eventi, nei quali gli attori smettono di recitare e prendono parte a un balletto corale a metà tra la tragedia greca e le pubblicità trasmesse dal noto programma televisivo degli anni Sessanta Carosello. L’alienazione degli attori dalla loro parte recitativa ha conferito un tocco di vivacità e colore, mantenendo sempre alta l’attenzione degli spettatori. Sorrisi e risate hanno accompagnato la pièce fino all’inaspettato finale. Un finale che degenera in una tragedia di forte impatto: il furto dei punti, l’illusione della vincita che collassa in una profonda delusione, un colpo di pistola e un morto. Ebbene, un solo uomo compare nella rappresentazione, nella scena finale è proprio lui a morire, ucciso da un colpo di pistola. Tutte quelle donne sono riuscite a liberarsi dall’opprimente giogo del maschilismo immolando l’unico uomo della storia. Ma come tutte le commedie, anche questa termina con una risata, una tragica e isterica risata. Certamente ne è emerso uno spettacolo del tutto fuori dagli schemi e marcato dall’effetto “sorpresa”, una piacevole sorpresa!
Monza, prima lombarda per "Il Silenzio" di Harold Pinter con Libertamente

"E' tutto a posto" Uno spettacolo che rompe gli schemi
            Applausi per l'esordio della compagnia teatrale Libertamente.
            La neonata associazione culturale Libertamente ha debuttato con il 
            suo primo spettacolo "É tutto a posto", sabato 22 
            marzo presso la Sala polifunzionale San Luigi a Triuggio. Luca Napodano 
            (drammaturgo e regista della pièce) ha sagacemente introdotto 
            due aspetti tipicamente pirandelliani: il primo è la completa 
            rottura della cosiddetta "quarta parete", un muro trasparente 
            che divide palco e pubblico, il secondo è la consapevolezza 
            dei personaggi del loro doppio ruolo di Personaggio e Attore. Apre 
            lo spettacolo, entrando in scena dalle quinte, il Presentatore che 
            sembra annunciare uno spettacolo circense, impressione probabilmente 
            giustificata dalla gabbia che imprigiona la scenografia di un salotto 
            borghese. Invece, tutti gli altri personaggi entrano in scena dal 
            fondo della platea e percorrono il corridoio centrale che conduce 
            al palco marciando lentamente sulle note di Jazz Suit Waltz No.2. 
            E una pièce in grado di coinvolgere continuamente il pubblico; 
            gli attori escono ed entrano dal proprio personaggio grazie a monologhi 
            talvolta drammaticamente intensi e talaltra ironici; si rivolgono 
            agli spettatori, porgono loro domande e riflettono sul ruolo che sono 
            costretti a recitare metaforizzando sull'esistenza dell'uomo, spesso 
            "marionetta" di qualche regista. È una storia nella 
            quale tutti possono rispecchiarsi: una domenica in famiglia ricca 
            di colpi di scena (amori, litigi, rancori). Libertamente non ha paura 
            di allontanarsi da testi teatrali classici che spesso le compagnie 
            amatoriali tendono a rappresentare, anzi debutta con una drammaturgia 
            del tutto inedita. Questo coraggio è stato premiato dagli applausi 
            del pubblico, che sembra aver apprezzato non solo il copione ma soprattutto 
            la singolarità con la quale è stato messo in scena; 
            la rappresentazione ha riproposto lo stile pirandelliano ma in una 
            chiave del tutto originale e contemporanea. Infine, la musica gioca 
            un ruolo importante: non è utilizzata come semplice colonna 
            sonora, ma i personaggi -in presenza di essa- subordinano le parole 
            alla gestualità del corpo, come se stessero danzando. Nonostante 
            la tragicità di alcuni momenti, la pièce termina con 
            un messaggio positivo sia nei confronti dell'intera storia, sia nei 
            confronti della vita. Insomma, alla fine "È tutto a posto"


via Caprotti, 3 • 20900 Monza
telefono: 3387420786 (Stefano Colombo)
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