25 ottobre 2014

Rassegna Compagnie Teatrali Monzesi

E' TUTTO A POSTO

Sabato 25 Ottobre torna in scena, per la prima volta a Monza, nella splendida cornice del Teatro Villoresi, E' TUTTO A POSTO, commedia in tre atti dell'autore e regista Luca Napodano.

 

NOTE DI REGIA - A cura di Luca Napodano

DAL PROGETTO ALLA REALIZZAZIONE

Da adolescente sognavo di fare lo scrittore, ma ero troppo pigro per dedicarmi ad una attività che richiedeva una lunga concentrazione. Poi, come per una bella ragazza, mi sono innamorato del teatro. Il teatro pareva più facile da avvicinare, se preso a piccole dosi incuteva meno timore, ma una volta conosciuto... è stato amore a prima vista. L’ho amato profondamente e non l’ho più lasciato. Vedevo l’attore come un sacerdote di una attività divina ed io volevo fare almeno il chierichetto. Poi un giorno inaspettatamente ho sentito rinascere il desiderio di scrivere ed allora ho pensato: perché non scrivere per il mio amore. E così in modo quasi naturale è nato il mio primo (e per ora unico) testo teatrale. Certo, dalla prima stesura alla preparazione dello spettacolo sono arrivato non certo in modo semplice e diretto. Il testo innanzitutto è passato attraverso molte revisioni (dopo la decima ho perso il conto) e illuminanti sperimentazioni sulla scena, che mi hanno permesso di trovare sempre di più il linguaggio che ritenevo più adeguato.

Credo che questo testo abbia assorbito nella struttura (sia pur inconsciamente) qualcosa della mia passione per il teatro di Eduardo De Filippo e più consciamente rechi un tributo al teatro di Pirandello ed al teatro epico. Questo per quanto riguarda "il contenitore". Il contenuto ovviamente è frutto della mia esperienza sia umana che come artista, ma su temi su cui il pubblico difficilmente si potrà sentire estraneo.

PREFAZIONE

Zia Lucia, empatica ed ansiosa, e Zia Rosa, dotata di un pratico ottimismo, sono due anziane sorelle con le quali è rimasta ad abitare la giovane nipote, Margherita. I tre fratelli più grandi di Margherita hanno ormai lasciato la casa delle zie, che per anni hanno cresciuto i quattro fratelli rimasti orfani prematuramente. Giovanni è un imprenditore, sposato con la mite e malinconica Anna; Mario pratico ed assennato è sposato, con Elena, una donna dal carattere esuberante ed amante del lusso. Entrambe le coppie mostrano subito molte crepe e vi è una crudele ironia della sorte nel mostrare una assai maggiore affinità in un impossibile scambio di coppie. Vincenzo è il fratello maggiore, scapolo e problematico, questi infatti si scopre fin da subito aver perso il lavoro per aver aggredito il suo datore di lavoro. Infine vi è Benedetta, una ragazza timida ed impacciata, presa a servizio molto giovane e, una volta rimasta orfana, di fatto adottata dalle zie.

La scena si apre con la scoperta, nel racconto delle zie, della sparizione dalla casa di tutti i loro soldi. I sospetti generano sospetti, laddove appare fin troppo facile accusare Vincenzo, in una spirale di tensioni, accuse, ricordi, fino ad arrivare al colpo di scena finale...

PERCHE' "E' TUTTO A POSTO?"

Quante volte, quando qualcuno ci chiede come va, rispondiamo che è tutto a posto, senza neanche riflettere?

Domenica, una famiglia si riunisce per il pranzo nella casa delle zie. Una situazione "normale" per molte famiglie. Come anche i legami, i conflitti, i rancori, gli amori e i drammi che percorrono la storia di questa famiglia. Ma come dice uno dei personaggi (Giovanni) "che cos'è normale?" Giovanni lo domanda direttamente al pubblico. Il pubblico infatti è visibile agli occhi dei personaggi, anzi è idealmente presente sulla scena tanto quanto i personaggi. Lo spettatore è riconosciuto a volte come umanità indistinta altre come vero e proprio pubblico di una rappresentazione teatrale. E lo spazio teatrale calcato dai personaggi/attori non si limita al palcoscenico ma spesso gli attori si trovano in platea in mezzo al pubblico. I personaggi hanno una consapevolezza "Pirandelliana" del doppio ruolo di Personaggio e Attore, anche se non è la medesima per tutti i personaggi. Il confine tra i due ruoli, nella rappresentazione, è volutamente labile e incostante (questa consapevolezza mentre c'è in alcuni personaggi non c'è affatto in altri) così come lo è nella vita la consapevolezza del proprio sé e della relazione con gli altri. Qual è il nostro rapporto con la nostra coscienza e la nostra esistenza? Quanto rimaniamo fedeli al ruolo che nel corso della vita ci costruiamo? Come nella vita anche sul palcoscenico c'è chi si interroga rispetto alla propria esistenza ed al proprio ruolo. Ma c'è anche chi, come Zia Rosa, segue fino in fondo il suo modo di essere e non lo mette in discussione e non si pone domande, nella sua incrollabile positività.

 

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